Subito fuori le mura della vecchia città romana c'è la statua di Gregorio di Nona, vescovo cattolico croato che nel 10° secolo tradusse la celebrazione della messa dal latino alla lingua slava e contribuì fortemente alla diffusione del cristianesimo. La scultura del 1929 è di Ivan Meštrović.
Gli abitanti del posto hanno soprannominato l'opera "La statua del mago" per la forte somiglianza con la figura leggendaria del Mago Merlino.
Si dice che la statua abbia poteri taumaturgici, in molti, negli anni, hanno affermato di essere stati guariti dalla statua del Mago.
I desideri realizzati che si attribuiscono alla statua sono molti, così è nata l'usanza di strofinare l'alluce del mago, affidandogli la realizzazione di una propria speranza.
Ciò ha portato a un'evidente corrosione della superficie del piede.
Altra statua nel centro storico della città è quella della Sfinge, posizionata nella piazza del Peristilio, davanti alla Cattedrale di S.Doimo.
La scultura è di granito nero africano e risale al tempo del Faraone Thutmosis III, con i suoi oltre 3000 anni, è considerata uno dei monumenti più antichi di Spalato.
L'opera fu portata a Spalato dall'imperatore romano Diocleziano, affascinato dalla cultura egiziana.
Secondo i miti dell'antico Egitto, le sfingi avevano il compito di fermare chi vi passava davanti, e dovevano porre loro degli enigmi da risolvere, ogni risposta inesatta era punita con la morte.
Una leggenda urbana racconta di come il ricchissimo magnate americano Cornelius Vanderbilt, in visita alla città, avesse espresso il desiderio di acquistare la Sfinge Spalatina, ma la sua offerta fu rifiutata con sdegno.
Così l'imprenditore maledì la statua.
Da quel momento Cornelius iniziò ad isolarsi sempre più, tagliando ogni rapporto con amici e parenti, arrivò addirittura a diseredare i figli.
Alla sua morte lasciò una fortuna stimata a più di 100 milioni di dollari (equivalenti a 144 miliardi di euro attuali).
È da tutti ricordato come un uomo volgare e meschino.
Comments