Gennaro nacque nella seconda metà del III secolo a Benevento, dove fu eletto vescovo e svolse il suo apostolato, amato dalla comunità cristiana e rispettato anche dai pagani.
Il suo martirio fa parte delle persecuzioni ai cristiani volute da Diocleziano.
Inizialmente Gennaro fu condannato ad essere sbranato dagli animali nell'anfiteatro di Pozzuoli.
Secondo la leggenda le fiere si sarebbero inginocchiate al cospetto del condannato.
Così il proconsole Dragonio, temendo anche disordini da parte del popolo che amava Gennaro, il 19 settembre del 305 lo fece decapitare.
Sempre secondo la tradizione, subito dopo la decapitazione sarebbe stato conservato del sangue. Una pia donna di nome Eusebia lo racchiuse in due ampolle che sono divenute un attributo iconografico tipico di san Gennaro.
Oggi le due ampolle contenenti il sangue del santo sono fissate all'interno di una piccola teca rotonda provvista di un manico e sono conservate nella cassaforte dietro l'altare della cappella di san Gennaro. Una delle due è riempita per ¾ mentre l'altra più alta è semivuota poiché parte del suo contenuto fu sottratto da Re Carlo di Borbone che. Divenuto Re di Spagna, lo portò con sé.
La prima liquefazione del sangue documentata risale al 1389. Come riportato nel Chronicon Siculum ma dal testo si può dedurre che il fenomeno avveniva già da molto tempo.
Il miracolo della liquefazione avviene tre volte l'anno: il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre. La mancata liquefazione è considerata presagio di eventi drammatici. La chiesa cattolica, pur approvandone la venerazione popolare, non ha mai riconosciuto il fenomeno come miracoloso limitandosi a definirlo come prodigioso.
Oggi San Gennaro è patrono di Napoli, Afragola, Cercola, Folignano, Corga Cilento, Notaresco, San Gennaro Vesuviano, Somma Vesuviana, Torre del Greco, Trecase, Little Italy, degli orafi e dei donatori di sangue.
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