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La notte di San Lorenzo

Fin dall'antichità si riteneva che il destino di un uomo fosse scritto nelle stelle osservabili al momento della nascita. Quando una stella cadeva significava che il destino non era più scritto e il bambino nato in quel giorno sarebbe stato il padrone del proprio futuro, avendo così l'opportunità di realizzare ogni suo sogno.


Nell'antica Grecia le stelle cadenti erano viste come presagi di sventura. Infatti, si credeva che fossero le lacrime degli dei.

Invece, in epoca romana si credeva che le stelle cadenti fossero una propizia pioggia di sperma del dio Priapo, che fecondava così i campi.

Con l'avvento del cristianesimo, le stelle cadenti sono stati considerati come le lacrime di San Lorenzo, versate durante il suo dolorosissimo martirio il 10 agosto 258 D.C.


Infatti, San Lorenzo morì bruciato vivo su una graticola. Nell'anniversario del suo martirio, è nata l'usanza di chiedere una grazia al santo.


La definizione di stella cadente è impropria: le stelle emanano una luce fissa e non "cadono", quello che vediamo sono meteore, i cui frammenti entrando in contatto con l'atmosfera a una velocità di decine di chilometri al secondo, sono bruciati per l'attrito con l'atmosfera. Lasciando spettacolari scie luminose. Questo fenomeno è detto sciame meteorico.

Lo sciame meteorico che la terra attraversa durante il periodo estivo è quello dei Perseidi. La pioggia meteorica si manifesta dalla fine di luglio fino oltre il 20 agosto e il picco di visibilità si concentra intorno al 12 agosto. La cometa che ha dato origine a questo sciame è la swift-Tuttle.

A scoprire il legame tra la cometa e lo sciame dall'astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli nel 1862.

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