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Il rito dei Flagellanti

La pratica della flagellazione era diffusa in molte religioni del mondo antico, come ad esempio il culto egiziano di Iside, o i misteri dionisiaci. Anche durante le feste romane dei Lupercalia si usava fustigare le donne, per favorire la fertilità.


Autoflagellarsi, con lo scopo di provare dolore, era tipico di alcuni rituali ascetici. Nel Medioevo, si diffuse tra le persone facenti parte del clero e tra i fedeli, infliggersi dolore per rafforzare lo spirito e la vita interiore. L'autoflagellazione divenne praticata da numerosi ordini religiosi, come camaldolesi, cluniacensi, francescani e meno frequentemente domenicani.


Nel corso del XIII secolo l'autoflagellazione collettiva compiuta dalle confraternite religiose si diffuse enormemente, tali pratiche nacquero in Italia centrale seguendo il pensiero dell'eremita francescano Raniero Fasani, influenzato dalle dottrine di Gioacchino da Fiore.


Il movimento attecchì anche fuori dall'Italia, in Germania, Boemia e Polonia, ma, già nel 1261 venne vietato da Papa Alessandro IV, anche se taluni gruppi continuarono la loro attività fino alla fine del XIII secolo.

È in questo periodo che comparve il classico saio bianco con il cappuccio a punta che copriva l'intero volto, il tutto per tenere segreta l'identità del peccatore che cercava redenzione attraverso l'autoflagellazione.


Il movimento ebbe il proprio apice verso la metà del XIV secolo, in seguito all'esplosione della peste nera. Si radicò in Spagna e Germania.

Fu nuovamente vietato dalla bolla di Papa Clemente VI nel 1349, lo dichiarò eretico. Poi nel 1417 il Concilio di Costanza rinnovò il divieto.


A livello personale e privato venne praticata ai suoi tempi da Sant'Ignazio di Loyola (1491-1556, fondatore dei gesuiti), poi da Josemaria Escrivá (1902-1975, fondatore dell'Opus Dei) e tuttora da molti affiliati all'Opus Dei.


In Italia e in Spagna a livello di tradizione è ancora praticata in occasione di particolari festività religiose, infatti i penitenti sfilano in processione flagellandosi. Accadde per i "Battenti" di Guardia Sanframondi (BN, Campania), di San Lorenzo Maggiore (BN, Campania), per "I Battenti" o "Fujènti" di Sant'Anastasia (NA, Campagnia), "I Battenti" di Verbicaro (CS, Calabria), per "I Vattienti" a Nocera Terinese (CZ, Calabria).


Altre processioni di incappucciati, che non compiono atti di autolesionismo, il Venerdì Santo sfilano per le strade di varie città, come Sorrento (NA) o come in Spagna a Siviglia, Saragozza e Cordoba, in ricordo del Calvario di Cristo e del rito dell'autoflagellazione. In tali manifestazioni si cerca di creare un clima di Patos con tamburi e canti particolarmente emotivi che secondo alcuni raggiungono la frequenza di 432 HZ, ma ne parleremo un'altra volta.

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