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Il Pipistrello di Valenzia - Valencia

Aggiornamento: 16 gen 2023

Gli Arabi, durante il loro dominio a Valenzia, allevavano pipistrelli per difendersi da insetti, parassiti e zanzare che provenivano dalle zone paludose circostanti la città. Addirittura i Sultani ne possedevano parecchi all'interno del Palazzo Reale.


L'ultimo Sultano sognò che finchè il "Pipistrello Reale" avesse potuto volare libero, il suo regno sarebbe continuato.

Così ordinò che l'animale venisse curato e trattato bene, in modo che avesse una vita lunga. Creò tutte le condizioni per un buon auspicio.


Nel 1238 un esercito cristiano guidato da Giacomo 1°, assediò la città per riconquistarla.

Una notte, mentre l'esercito cristiano dormiva, le truppe musulmane tentarono un attacco a sorpresa.


Quella notte il pipistrello reale, attratto dai colori e dalla figura del dragone sullo scudo dell'esercito nemico, svolazzò nell'accampamento di Re Giacomo 1°.

Volando il pipistrello urtò tamburi e armature.


Il rumore degli urti con tamburi e armature svegliò le truppe dell'esercito cristiano, che si accorsero dell'attacco a sorpresa dei nemici.


L'esercito cristiano, rapidamente si difese e cacciò i rivali, quel giorno Valencia cadde e finì il dominio arabo.

Il pipistrello iniziò ad essere considerato un animale totemico e il re, in segno di riconoscimento, pose la raffigurazione del pipistrello sopra il suo scudo reale, che nel tempo, diventò l'emblema della città di Valencia.



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