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Rudolph e le renne - Rovaniemi

Aggiornamento: 19 dic 2022

Rudolph era una giovane renna del Polo Nord che, diversamente dagli altri animali della sua specie, possedeva un insolito naso rosso e luminoso.


A causa di questa sua caratteristica, il piccolo Rudolph era deriso ed emarginato dalle altre renne.


Una sera di una vigilia di Natale, Babbo Natale era preoccupato a causa di una nebbia fittissima che impediva la vista delle sue renne. Quando notò il naso luminoso di Rudolph, così chiese alla tenne di illuminare il sentiero per rendere possibile la consegna dei regali.


Rudolph accettò e da quella notte entrò a far parte della squadra delle renne di Babbo Natale.


A raccontare per la prima volta di Rudolph fu lo scrittore Robert L.May.

Nel 1939 in un libretto pubblicato dalla Montgomery Ward.

Va precisato che già le antiche tribù euro-asiatiche resero la renna protagonista di racconti religiosi e rituali sacrificali.


Popoli del Nord Europa veneravano la divinità solare Suale che viaggiava nel cielo su un carro trainato da renne femmine lasciando cadere dalla slitta frammenti di ambra, simbolo del sole e della sua luce.

Una divinità molto simile era presente anche presso i lapponi: Beivve, Dea del Sole, era considerata la madre di ogni cosa esistente.

Si credeva che fosse lei a prendersi cura dei piccoli di renna.

Beivve, inoltre, durante la giornata assumeva diversi aspetti, ma al tramonto prendeva sempre le sembianze di una renna.

Per tutte le antiche popolazioni del Nord Europa la renna rappresentava il viaggio, la forza, la persistenza, la saggezza, e l’intraprendenza. Inoltre si credeva che nelle loro corna fossero custodite le memorie degli antenati perché il compito affidato alle renne era quello di accompagnare le anime dei defunti nelle dimensioni ultraterrene.

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