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Prometeo e il furto del fuoco - Kutaisi

Senza il fuoco gli uomini vivevano al pari di animali si nutrivano di bacche, radici e carnagione cruda. Si servivano di rami e ossa per fabbricare utensili e armi.


Così Prometeo decise di intervenire in soccorso dell'umanità. Rubò delle braci ardenti del fuoco acceso dagli dei sul monte olimpo e le distribuì agli uomini.


Il fuoco cambio per sempre la vita degli uomini e l'intera umanità iniziò a prosperare: fondendo il metallo ci fu una notevole evoluzione e un miglioramento della vita in qualità e durata. Presto però i fuochi accesi sulla terra divennero visibili dagli Dei.


Zeus infuriato per il furto si sentiva sfidato e così decise di punire Prometeo. Incaricò i suoi scagnozzi Balia (Violenza) e Kratos (Potere) di imprigionarlo sul picco di una montagna nella attuale Georgia. Ove con l'aiuto di Efesto fu incatenato a una roccia.


La pena prevedeva che ogni giorno per l'eternità un'aquila si sarebbe recata da Prometeo per squarciargli l'addome e divorargli il fegato.

La pelle e gli organi dell'eroe si sarebbero rigenerati per essere rimangiati il giorno dopo dall'aquila.


Prometeo non fu l'unico ad essere punito per il furto del fuoco. Zeus infatti ordinò a Efesto di creare Pandora, la donna che avrebbe tormentato gli uomini con stenti, guerra e morte.

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