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La Spada di Fuoco - Budapest

Secondo la leggenda, quando gli Unni si misero in marcia attraverso le steppe asiatiche in direzione dell'occidente, portavano con sé una spada che si diceva forgiata dal "Dio Celeste" padre di tutti gli dei.


Per gli sciamani, finché questa spada sarebbe rimasta in possesso degli Unni, nessuno avrebbe mai potuto sconfiggerli.


I problemi sorsero dopo la conquista della Scita, una regione che corrisponde all'attuale Kazakistan, Russia Meridionale e all'Ucraina Orientale.

Diventati ormai troppo numerosi, gli Unni decisero di dividersi in due gruppi.

Uno sarebbe rimasto in Scitia; l'altro avrebbe proseguito verso occidente per conquistare l'Impero Romano.


Dopo aver dibattito tre giorni e tre notti, accolsero il parere degli sciamani: un cieco avrebbe fatto roteare sette volte la spada di Dio e poi l'avrebbe scagliata lontano.

Se la spada fosse caduta verso Occidente, se la sarebbero presa gli Unni, se fosse caduta verso Oriente, sarebbe rimasta ai Magiari (ovvero il gruppo che rimaneva in Scitia).


La spada fu fatta ruotare e fu lanciata, ma mentre era in aria sparì senza lasciare traccia.

Così gli Unni, guidati da Attila, decisero di partire comunque anche senza l'arma divina.


A guidare questo secondo bellicoso gruppo fu chiamato il giovane Attila.

Tra i due gruppi iniziò un'aspra contesa su chi dovesse conservare la spada.


Durante il viaggio, un pastore vide una giumenta del suo gregge zoppicare, seguì le tracce di sangue e alla lunga giunse ad una spada che l'animale aveva involontariamente calpestato mentre rosicchiava l'erba.

La disseppellì e la portò direttamente ad Attila che subito la riconobbe come la Spada Divina.


Secondo la leggenda, è grazie a questa spada che Attila riuscì a compiere le sue imprese e si guadagnò il famoso appellativo "Flagello di Dio".

Gli Unni si stabilirono sulle rive del Danubio e Casba, figlio di Attila, fondò una città che negli anni divenne Buda.


Interessante è che nel 2014 durante gli scavi a Budapest, un gruppo di archeologi ha portato alla luce uno spettacolare sepolcro del 6° secolo appartenente a un grande capo Unno, probabilmente proprio Re Attila.

Tra gli oggetti rinvenuti nel sito anche una spada costruita da ferro meteorico, che potrebbe essere quella della leggenda.







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