Nella Genesi nei capitoli 18 e 19 si racconta che Dio disse ad Abramo di essere arrabbiato per la dissolutezza e lo stile di vita peccaminoso degli abitanti di Sodoma, e che era sua intenzione distruggere la città con tutti i suoi abitanti.
Abramo chiese a Dio di risparmiare la città. Il signore accettò salvare se vi avesse trovato 50 persone giuste e così inviò due angeli per cercare queste persone rette.
Giunti a Sodoma, il primo a cui si rivolsero gli angeli du Lot, nipote di Abramo, che forse non sapendo che i due stranieri fossero angeli, li invitò a passare la notte in casa sua, li servì e li nutrì.
Saputo che a casa di Loto erano presenti due ospiti stranieri, gli abitanti di Sodoma si recarono in massa da Lot per chiedergli di consegnargli due stranieri per poter approfittare sessualmente di loro.
Lot, che non aveva mai dimenticato gli insegnamenti dello Zio Abramo, considerava l'ospite sacro e così piuttosto che consegnare i suoi ospiti, offrì ai sodomiti le sue due figlie, ma la sua proposta fu rifiutata.
A quel punto i due ospiti rivelarono la loro identità e esortando Lot a prendere la sua famiglia e ad abbandonare la città che sarebbe stata distrutta, perchè priva di persone rette. Inoltre avvisarono Lot di non guardare mai indietro per nessuna ragione.
Durante la fuga la moglie di Lot non riuscì a resistere alla curiosità, si voltò dalla cima di un monte verso la città, e la guardò mentre veniva distrutta da una pioggia di fuoco. Subito la donna divenne una statua.
Ancora oggi sulla cima del monte Sodoma è presente un'unica stalattite che assomiglia a una figura umana e gli abitanti della zona credono che si proprio la moglie di Lot pietrificata.
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